Da ieri, 21 gennaio 2013, si è compiuto un primo importante passo verso la digitalizzazione della Scuola Italiana. D’ora in avanti, infatti, le iscrizioni alle scuole italiane di ogni ordine e grado dovranno avvenire esclusivamente collegandosi ai siti on-line delle scuole e i genitori degli allievi, anche quelli che hanno meno dimestichezza con l’informatica, dovranno abituarsi a utilizzare nuovi processi e meno carta.
Di certo questo non sarà un percorso privo di ostacoli, tale cambiamento presenterà delle difficoltà e farà emergere delle criticità che sarà necessario superare per permettere un’innovazione digitale della scuola reale, organica, nella quale il passaggio dalla carta al bit avvenga in modo efficace e sicuro.
Tuttavia, in particolare, è opportuno segnalare che nè la Circolare n. 96 del MIUR del 17 dicembre 2012, nè la successiva del 20 dicembre 2012 contemplano chiarimenti sulla fase di archiviazione delle iscrizioni effettuate dalle famiglie al portale www.iscrizioni.istruzione.it, con i relativi metadati di firma.
Per quanto attiene poi al trattamento delle domande on line ricevute dalle scuole di destinazione, risulta del tutto assente una disciplina della conservazione digitale a norma di tali documenti informatici (alcuni contenenti anche dati sensibili, per esempio per gli alunni affetti da handicap o patologie, o ancora inerenti la scelta di avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica). Appare inverosimile, in effetti, che tutte le istituzioni scolastiche coinvolte sul territorio nazionale, anche quelle costituite da plessi di piccole dimensioni, siano dotate delle necessarie risorse economiche per predisporre un sistema di conservazione a norma per i documenti informatici delle iscrizioni degli alunni.
Ciò significa che il processo appena introdotto dal MIUR appare già disattendere quanto previsto dal Codice dell’amministrazione digitale (D.Lgs. n. 82/2005).
Proporre valide soluzioni a tale carenza normativa è appunto l’obiettivo che si prefigge di raggiungere il gruppo di lavoro ANORC (Associazione Nazionale per Operatori e Responsabili della Conservazione digitale dei documenti) su “La Scuola Digitale”, un team variegato composto da archivisti, giuristi, informatici e, naturalmente, insegnanti. Questo gruppo mira a riscrivere regole e processi della scuola in una nuova ottica digitale, elaborando un piano di rinnovamento coerente e complessivo che prevede anche compiti in classe e pagelle digitali, badge di entrata, l’utilizzo di sms per la comunicazione con i genitori, lavagne multimediali, videoconferenze tra scuole geograficamente distanti (anche in nazioni diverse) e molto altro ancora.
L’intenzione è quella di avviare processi di digitalizzazione anche coinvolgendo ambiti tradizionalmente legati all’uso del cartaceo: ciò potrà avvenire sia innovando correttamente la gestione delle istituzioni scolastiche, sia introducendo un nuovo approccio al metodo didattico.
Pertanto, il conseguimento di tali obiettivi presuppone necessariamente un forte impegno per superare l’enorme divario digitale che purtroppo sussiste nelle diverse aree del Paese e un’efficiente predisposizione di sistemi di conservazione digitale a norma per tutti i livelli delle istituzioni coinvolte.
Le dichiarazioni espresse da ANORC sull’argomento sono state riprese e citate da numerose testate nazionali, cartacee e on line (Libero, Il Fatto quotidiano, Il Tempo, l’Unità , Panorama, Corriere delle Comunicazioni, Orizzonte Scuola, cliccando qui si può consultare la rassegna stampa).
Le problematiche della digitalizzazione della scuola italiana e le possibili soluzioni saranno tra le tematiche discusse durante “DIG.Eat: Another bit in the wall”, la manifestazione nazionale sull’Agenda Digitale che ANORC organizza a Roma per il prossimo 13 marzo con la partecipazione dei principali esperti del settore (per ulteriori info sulla manifestazione clicca qui).