Il nostro resoconto del Convegno per la Giornata europea della protezione dei dati personali 2019 – 29 gennaio, Roma

In occasione della giornata europea sulla protezione dei dati personali il Garante italiano ha organizzato un evento durante il quale si sono affrontate alcune rilevanti questioni indissolubilmente connesse alla rapidissima espansione del digitale.

Proprio in ragione della rapida espansione della tecnologia connessa alla gestione ed elaborazione dei dati personali, il Convegno organizzato presso l’Aula del Palazzo dei Gruppi Parlamentari della Camera dei deputati si è concentrato sull’analisi de “I Confini del Digitale e i nuovi scenari per la protezione dei dati”.

L’importante momento di riflessione odierno è stato introdotto dal Presidente dell’Autorità Garante in materia di dati personali, Antonello Soro, il quale ha sottolineato l’importanza di non abbassare mai la guardia davanti ai gravi attentati alla personalità umana; all’espropriazione del diritto alla privacy e più in generale all’autodeterminazione della persona.

Il Presidente Soro, poi, ha posto l’accento sull’importanza di fare estrema attenzione alla diffusione di totalitarismi digitali finalizzati al controllo e alla gestione dei dati personali, intervenendo con azioni preventive ad ampio raggio per limitare incisivamente le azioni invasive che ci hanno abituato ad attacchi generalizzati, ubiquitari e privi di uno specifico obiettivo primario. Se non verrà prestata la massima attenzione a questi aspetti e se non verrà estesa la protezione tradizionale alle strutture dello Stato anche a livello più diffuso (a protezione di banche dati non sottoposte a attenta protezione) è assai probabile che si avverino i nefasti pronostici per il 2020 relativi ai cyber attacchi: 3000 miliardi di danni economici e 70% delle transazioni commerciali.

La conseguenza più nefasta di un approccio generalmente poco attento ai numerosi aspetti della protezione dei dati risiede proprio nell’espropriazione del diritto da parte della tecnologia!

 

Nel corso della mattinata si sono succeduti gli interventi di numerosi esperti moderati da altrettanto attenti rappresentati dell’Autorità Garante su tre tematiche principali e strettamente connesse con la protezione del dato: l’implementazione della tecnologia per un’organizzazione amministrativa locale più efficiente ed efficacie (c.d. smart cities), sicurezza nazionale e sovranità.

Il confronto sulle diverse tematiche si è sviluppato con particolare attenzione alla necessità di controllo nei confronti della tecnologia. Non può essere, infatti, quest’ultima a dettare i tempi di un legislatore in continua e affannosa rincorsa della tecnologia.

I grandi colossi della tecnologia sono in assoluto vantaggio, perché per primi hanno “sniffato” e forse anche stimolato il rapidissimo cambiamento del paradigma economico che vede al centro lo sfruttamento dei dati personali, ma fortunatamente l’Italia è stata lungimirante nell’analisi di quelle che sarebbero potute essere le minacce dei nuovi paradigmi economici e ha costituito dei Nuclei operativi che monitorano ogni giorno target sensibili in termini di sicurezza.

In ogni caso non ci si può cullare sugli allori. È fondamentale pensare alla protezione dei dati personali come ad un bene di interesse nazionale che deve animare la costruzione di un diritto collettivo!

È necessario riformulare il nuovo archetipo del potere e, soprattutto, sulla base di questa consapevolezza adeguare le formule giuridiche per la tutela dei diritti fondamentali. In questo senso il GDPR può essere uno strumento idoneo a rispondere alle nuove esigenze perché porta con sè tre elementi che possono rappresentare la chiave di volta del nuovo paradigma: la fonte normativa sovranazionale, la positivizzazione dell’istituto di responsabilizzazione che chiama in causa i privati e l’affermazione della protezione dei dati personali come diritto fondamentale.

Purtroppo, però, il grado di consapevolezza diffuso su queste tematiche non è assolutamente elevato e c’è ancora molta strada da fare affinché il cittadino possa realmente percepire i pericoli di un utilizzo poco consapevole dei propri dati, ammaliato dalle promesse di effimere utilità tecnologiche.

Ciascuno di noi è chiamato a fare la propria parte.