Internet of things: ANORC partecipa alla consultazione pubblica

Le automobili si guidano da sole, le sveglie suonano prima in caso di traffico, le piante comunicano all’innaffiatoio quando è il momento di essere innaffiate, non è fantascienza ma pura realtà  e il suo nome è Internet of Things.
L’Internet of Things (IoT) è quell’insieme di tecnologie che conferiscono intelligenza agli oggetti, facendo sì che questi comunichino con noi o con altre macchine e permettendoci di avere un nuovo modo di interagire con l’ambiente circostante. 
Indubbiamente questa realtà  può portare molti benefici, ma sono anche molti gli utenti che si preoccupano della loro sicurezza e della sicurezza delle informazioni che “viaggiano” sulla Rete durante l’utilizzo di questi servizi.
Preoccupato è anche il Garante Privacy italiano, il quale ha dichiarato che “l’interconnessione di questi oggetti e sistemi comporta infatti la raccolta, la registrazione e l’elaborazione di dati di utenti spesso inconsapevoli. Questi dati consentono non solo di costruire profili dettagliati delle persone, basati sui loro comportamenti, sulle loro abitudini, sui loro gusti, perfino sul loro stato di salute, ma di effettuare anche un monitoraggio particolarmente invasivo sulla loro vita privata e di mettere in atto potenziali condizionamenti della loro libertà “. 
Il rischio è quello che potenziali hacker possano carpire dati sensibili e minare la privacy dei soggetti che utilizzano i servizi IoT, tecnologie che raccolgono quantità  sempre maggiori di dati, definiti big data, comprese anche le informazioni personali.
Come si legge sul sito ufficiale, il Garante per la protezione dei dati personali “ha deciso di avviare una consultazione pubblica, con l’obiettivo di valutare il fenomeno nella sua complessità , ma soprattutto di definire misure per assicurare agli utenti la massima trasparenza nell’uso dei loro dati personali e per tutelarli contro possibili abusi“.
Il Garante vuole acquisire elementi su: le modalità  di informazione degli utenti, anche in vista di un eventuale consenso; la possibilità  che fin dalla fase di progettazione dei servizi e dei prodotti gli operatori coinvolti adottino soluzioni tecnologiche a garanzia della privacy degli utenti (la c.d. privacy by design); il ricorso a tecniche di cifratura e anonimizzazione delle informazioni; l’interoperabilità  dei servizi; l’adozione di strumenti di certificazione.
ANORC ha deciso di partecipare a questa consultazione pubblica, inviando contributi, osservazioni e proposte al Garante Privacy, consapevole della grande importanza e delicatezza di questa nuova frontiera tecnologica, ricca di opportunità  che devono essere però ben bilanciate con un’adeguata tutela della privacy dell’utente.