La pubblicazione online non è sempre sinonimo di trasparenza amministrativa

Mercoledì 1 aprile è stato presentato a Roma il portale Open Data della Regione Lazio. In esso sono contenuti e resi accessibili ai cittadini i dati relativi a sanità , urbanistica, cultura, mobilità  e servizi sociali.  L’obiettivo dell’ambizioso progetto è quello di aumentare la trasparenza della Pubblica Amministrazione e rendere partecipative le azioni di Governo.
Il presidente della Regione, Nicola Zingaretti, intervenuto nel dibattito che ha accompagnato la presentazione, ha dichiarato che il portale sarà  una sfida al miglioramento della Pubblica Amministrazione, perchè, ha successivamente affermato, la trasparenza è uno di quegli anticorpi di cui spesso si parla a favore della legalità .
Sul tema della trasparenza strettamente connessa al rispetto della normativa si sono soffermati anche l’avv. Andrea Lisi, Presidente Anorc e membro del Comitato Scientifico del Progetto Open Data Lazio e Roberto Moriondo, rappresentante delle Regioni per l’Agenzia dell’Italia Digitale. 
In particolare l’avv. Andrea Lisi ha sottolineato come la pubblicazione online dei dati non sia sempre sinonimo di trasparenza. I portali adibiti a contenitori del patrimonio informativo pubblico sono solo degli strumenti che devono essere controllati da professionisti che abbiano competenze multidisciplinari. 
Un esempio in negativo, riportato dal Presidente di Anorc, è il caso dell’avviso di selezione pubblicato dall’Agenzia dell’Italia Digitale per designare il sostituto della dimissionaria Alessandra Poggiani.  L’avviso, caricato in pdf sul sito dell’AgID non è in un formato accessibile a tutti e non sono inoltre esplicitati i criteri di selezione che verranno utilizzati. Una delle tante pecche in termini di trasparenza di cui la Pubblica Amministrazione italiana ancora si macchia – ha dichiarato l’avv. Lisi – è anche quella di affidare ad associazioni private incarichi pubblici sfruttando i ruoli istituzionali di chi le rappresenta.
Su questo ultimo punto si è anche soffermato Roberto Moriondo, il quale ha sottolineato come, criticando queste iniziative, non si voglia mettere in dubbio la buona fede di chi le sviluppa, ma quanto sia opportuna verso di esse un’attenta verifica. 
Quello di Open Data Lazio è un progetto ambizioso, il libero accesso alle informazioni è una preziosa risorsa per i cittadini e le aziende che vogliano sviluppare soluzioni multimediali innovative, come applicazioni e servizi telematici: strumenti indispensabili per le smart cities che andremo ad abitare, ma è chiaro che non bisogna perdere di vista le regole perchè siano garantite sicurezza dei dati e trasparenza.