L’ing. Giovanni Manca interviene sulle pagine di Agendadigitale.eu per commentare il mancato adeguamento generale, da parte della PA, alla scadenza stabilita dal Decreto-legge “semplificazione e innovazione digitale” in ambito di identità digitali e accesso ai servizi in rete delle PA.
SULL’ARGOMENTO TI CONSIGLIAMO: Accesso ai servizi in rete della PA: si potrà utilizzare la CNS anche dopo il 28 febbraio 2021? – di Luigi Foglia
La data del 28 febbraio ha avuto -forse- un valore perlopiù simbolico, ma ciò che manca ancora sono servizi realmente ripensati in digitale, basati su pianificazione, progettazione, finanziamento, attuazione e controllo.
È questa una delle sfide più importante per il nuovo Governo.
Cosa doveva accadere
Entro il 28 febbraio, le PPAA avrebbero dovuto:
- integrare nei propri sistemi informativi SPID e CIE come unico sistema di identificazione per l’accesso ai servizi digitali;
- integrare la piattaforma pagoPA nei sistemi di incasso per la riscossione delle proprie entrate;
- avviare i progetti di trasformazione digitale necessari per rendere disponibili i propri servizi sull’App IO.
I 5mila Comuni con meno di 5mila abitanti hanno ottenuto una proroga fino alla fine dell’emergenza.
I problemi che non si risolvono
Andando oltre (il mancato) adempimento formale, l’ing. Manca richiama alla memoria tutta una serie di problemi endemici che non riescono a trovare soluzione da circa vent’anni:
- eccesso di sistemi elaborativi e loro prevalente obsolescenza tecnologica;
- procedimenti cartacei simulati in digitale;
- offerta di servizi con picchi di richieste non gestibili con software non adeguato;
- banche dati non cooperanti;
- sicurezza cibernetica carente;
- protezione dei dati personali in crescita ma insufficiente;
- formazione del personale insufficiente o non didatticamente organizzata.
Qual è la strada da percorrere, specie all’indomani dell’introduzione di una nuova compagine governativa?