La scuola italiana verso il libro digitale a partire dal 2014.
Il Ministro dell’Istruzione ha infatti firmato a fine settembre il decreto sui libri digitali, che sancisce tempi e modi del passaggio dalla carta all’e-book, nell’ottica di un uso sempre più ridotto della prima a favore invece di supporti digitali, pc, tablet e lim.
Via libera dal nuovo anno, quindi, a libri nella versione totalmente digitale o mista, anche se pare che le preferenze degli insegnanti si indirizzino decisamente verso i testi misti, tanto che la richiesta di e-book è scesa mentre le opere miste nel catalogo degli editori sono molto più numerose (5.000 a 15.000, questa più o meno è la proporzione).
Secondo il Miur, l’innovazione digitale dei testi scolastici dovrebbe apportare una riduzione dei costi: si è calcolato infatti che nelle prime della secondaria di primo grado e nelle prime e terze della secondaria di secondo grado, i costi saranno ridotti del 10% se i libri richiesti saranno in versione mista (in parte digitali, in parte cartacei) e del 30% se invece, nelle stesse classi, i docenti decideranno di adottare solo libri digitali.
Non sono dello stesso avviso gli editori, secondo i quali il carico fiscale graverà sulle famiglie maggiormente, dal momento che per i libri totalmente digitali l’Iva non è ridotta al 4% ma è al 22%.
Esiste, poi un problema di infrastrutture per scuole e famiglie soprattutto le più disagiate, disagio già verificatosi per l’estensione delle Lim. La richiesta dell’associazione AGE a tal proposito è che la norma sul comodato d’uso presente nel decreto scuola sia estesa anche ai supporti digitali.
Inoltre, perchè sia efficace lo strumento ebook, bisogna poter contare sulla presenza a scuola di personale specializzato e tecnologicamente competente e che i software utilizzati per i testi digitali (come già il decreto prevede) siano aperti e interoperabili, in modo garantire la stessa qualità di fruizione su tutti i supporti..