Grande successo per l’incontro dedicato a: PA e outsourcing: profili e responsabilità

I maggiori esponenti istituzionali ed esperti nazionali riconosciuti nel settore della digitalizzazione dei processi informativi e documentali si sono riuniti ieri attorno al tavolo di confronto organizzato da ANORC e ANORC Professioni, con il supporto scientifico di Digital & Law Department e Digital & Law Communication, nella prestigiosa sede della sala del Refettorio della Camera dei Deputati.

Agli oltre cento ospiti partecipanti, si sono aggiunti più di cento collegamenti in diretta streaming, per assistere al confronto sulle prospettive di evoluzione del sistema informativo della PA, dal titolo “PA e outsourcing: profili e responsabilità”.

Il meeting si è svolto in due sessioni (mattutina e pomeridiana), in cui si sono succeduti, tra gli altri, gli interventi della vicepresidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul livello di digitalizzazione e innovazione delle pubbliche amministrazioni, Onorevole Mara Mucci, del presidente di ANORC Professioni e titolare del Digital&Law Department dello Studio Legale Lisi, Avv. Andrea Lisi, del presidente di ANORC, Ing. Giovanni Manca, del direttore generale di ANORC, ANORC Professioni e AIFAG, dr. Alessandro Selam, del dr. Marco Bani, dirigente responsabile dell’Ufficio Segreteria tecnica, supporto agli organi e comunicazione di AgiD e dell’esperto di sicurezza cibernetica presso AgID per lo sviluppo del Cert della PA e componente del Permanent Stakeholders’ Group di Enisa, Corrado Giustozzi.

Dalle prime dichiarazioni espresse dall’Avv. Andrea Lisi, presidente di ANORC Professioni e titolare del Digital&Law Department dello Studio Legale Lisi, è possibile intuire quale sia stato lo spirito autentico che ha animato l’organizzazione un evento dalla collocazione strategica, laddove il prestigioso contesto istituzionale, non ha svolto il solo ruolo di “cornice” appunto, ma ha inteso offrire l’opportunità di rinsaldare un patto tra pubbliche amministrazioni e imprese all’insegna della consapevolezza, dell’informazione e della formazione, promosse da un’associazione da più di un decennio impegnata nella tutela e valorizzazione delle professioni digitali: “Questo convegno è emblematico: la situazione della digitalizzazione nel nostro Paese sta procedendo, come dico spesso, a passo di gambero. Invece di andare avanti ci capita di andare indietro, senza accorgercene. E questo accade perché non c’è una formazione adeguata, non c’è consapevolezza, non c’è neanche informazione per i cittadini. A mio avviso, l’unico modo per invertire questo processo che va avanti da troppo tempo, è proprio quello di sviluppare un patto tra pubbliche amministrazioni e imprese. Per poter invertire questa rotta – spiega l’avv. Lisi – è necessario che le pubbliche amministrazioni conoscano bene i loro obiettivi e sviluppino strategie sulla digitalizzazione in maniera diversa. Quindi bisogna creare consapevolezza nei dirigenti, nei funzionari, nei politici. La digitalizzazione non ha bisogno solo di strumenti informatici, non ha bisogno di hardware e software paradossalmente. Quelli ce li abbiamo. Il problema è saperli usare in modo che siano usabili, interoperabili e, soprattutto, che funzionari e dirigenti scrivano bene i bandi. Per poter scrivere bene i bandi, per affidare in maniera consapevole i capitolati tecnici, devono essere preparati, devono sapere cosa chiedere. Io spero che durante questi lavori- conclude- si riesca ad invertire questa rotta che ci sta inesorabilmente facendo schiantare, garantendo una maggiore consapevolezza per pubbliche amministrazioni e imprese che si rivolgano alle pubbliche amministrazioni”.

A margine della sessione mattutina, l’On. Mara Mucci, vicepresidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul livello di digitalizzazione e innovazione delle pubbliche amministrazioni, ha rilevato l’importanza dell’occasione di confronto, sottolineando in particolare la delicatezza del tema cruciale delle competenze: “Il problema delle competenze interne è alla base del malfunzionamento dell’agenda digitale nel nostro Paese, su cui non si può più prescindere. Le competenze tecniche e manageriali servono, per comprendere i processi e per portare a compimento l’agenda digitale. Quindi, nella prossima legge di stabilità, serve uno sblocco delle assunzioni per le competenze digitali e manageriali e servono più risorse iniettate ad AgID, ma anche ad organismi fondamentali, come ANAC, che devono vigilare sui contratti e sugli appalti. È del tutto evidente che se io mi spoglio di competenze tecniche interne – aggiunge l’On.Mucci- non posso valutare il lavoro che viene effettuato da queste società in house”. Per voltare pagina, secondo l’On. Mara Mucci occorre coinvolgere maggiormente gli enti istituzionali di riferimento in ambito formazione: “l’AgID, che ha in corso una call per nuove figure professionali, ma l’età media resta altissima, sopra i 50 anni, e non è tanto una questione di età, ma di competenze che probabilmente mancano in parte. C’è bisogno di una iniezione di risorse”. Conclude focalizzando sul tema della governance, altro tema cruciale, al centro del dibattito della giornata: “Servono più risorse nella governance, una governance chiara, che non deve essere ribaltata dai vari governi che si succedono, perché’ ogni tanto c’è bisogno di far sedimentare la governance e le norme. Ma, se c’è qualcosa da rivedere, farlo e farlo in fretta”.

L’urgenza predetta dall’On. Mucci, è il filo rosso che ricollega tutti i diversi contributi dei relatori che hanno preso parte all’alternarsi degli interventi, tra i quali spicca quello del direttore generale di ANORC, dr. Alessandro Selam, teso a criticare gli ostacoli che ancora si frappongono nei confronti dell’acquisizione di servizi a norma nella PA, primo fra tutti: “l’ignoranza, che diventa un’autentica barriera per ottenere un servizio, così come dovrebbe essere, cioè a norma. C’è un problema di mancata corrispondenza tra la domanda e l’offerta nel rapporto tra pubbliche amministrazioni e privati che possono gestire servizi di digitalizzazione in outsourcing. C’è un problema di consapevolezza lì dove il normatore, ma anche noi associazioni, non riusciamo a raggiungere il nostro obiettivo, cioè quello di raggiungere, di informare e formare i soggetti coinvolti, in questo caso pubbliche amministrazioni per il servizio di conservazione e imprese di conservazione”. A conclusione delle sue dichiarazioni il direttore generale ribadisce l’impegno profuso da ANORC in questi ultimi anni per contrastare le resistenze ancora in campo, non ultimo attraverso l’attività svolta dal Gruppo di lavoro, costituito all’interno del circuito associativo ANORC e a cui partecipano moltissime pubbliche amministrazioni (ministeri, agenzie, enti, regioni), tra cui Inps, Inail, Banca d’Italia e i ministeri del Lavoro, dello Sviluppo Economico e dell’Economia e delle Finanze: “Le criticità non sono tanto legate al raggiungimento della pubblica amministrazione, quanto all’individuazione di un coinvolgimento diretto della pubblica amministrazione – sottolinea – Quelle che già fanno parte del nostro gruppo di lavoro, le più grosse, hanno ben chiaro qual è il problema e chiedono l’inserimento all’interno della nostra attività per risolverlo, perché’ effettivamente c’è bisogno sia da parte delle imprese che della pubblica amministrazione di raggiungere una risoluzione, e anche in breve tempo, sulle problematiche della digitalizzazione. È giusto – conclude- che le imprese che hanno affrontato un percorso di accreditamento vedano riconosciuta quella fetta di mercato che il normatore ha voluto mettere loro a disposizione, non per privilegio, quanto per garantire alla pubblica amministrazione un servizio di qualità elevato e in ragione della sensibilità, della delicatezza dei dati, delle informazioni e dei documenti che devono essere trattati al loro interno”

ANORC intende continuare a perseguire questa direzione, allo scopo di tutelare il mercato, garantendo una concorrenza adeguata, cercando di alimentarlo costantemente e di incrementarlo per i settori di proprio riferimento. Su questo punto interviene il presidente di ANORC, Ing. Giovanni Manca: “La fase di passaggio dall’analogico al digitale – aggiunge Manca- dura ormai da un ventennio, quindi probabilmente c’è qualcosa che non va. Il lavoro della Commissione parlamentare di inchiesta sul livello di digitalizzazione e innovazione delle pubbliche amministrazioni evidenzia che ancora c’è molto da lavorare. Il problema è nel coordinamento, nella governance, negli obiettivi. Nella mia esperienza diretta alcuni episodi che si sono verificati ai tempi del primo ministro dell’Innovazione Lucio Stanca si sono parimenti riproposti adesso. Questo vuol dire che c’è una cosmologia, un meccanismo termodinamico, con elementi di ripetizione che dobbiamo eliminare perché’- conclude- rifare le cose ovviamente non è gratis”.

Complementare rispetto alle dichiarazioni rilasciate dal presidente di ANORC, è la dichiarazione del dr. Marco Bani, dirigente responsabile dell’Ufficio Segreteria tecnica, supporto agli organi e comunicazione di AgiD che chiarisce: “Vivendo in una società liquida, l’accesso alla conoscenza è molto semplice, c’è però da capire quali siano le possibilità. C’è un gran lavoro da fare da parte della scuola, ma anche con l’apprendimento continuo dopo il percorso di studi. Ci deve essere una volontà di approcciarsi a nuove modalità di accesso, non impararle in maniera meccanica, ma capire i meccanismi che ci sono dietro. Siamo un Paese che utilizza molto i social, ma che spesso non capisce le potenzialità che nuove piattaforme possono dare, non solo per la partecipazione da parte dei cittadini, ma anche di utilizzo per semplificare la propria vita. L’amministrazione deve riuscire a far capire quali sono queste semplificazioni che il cittadino può avere se utilizza un percorso digitale piuttosto che un percorso analogico”.

Infine, a proposito dell’aspetto cruciale della sicurezza dei dati digitalizzati della PA, l’esperto di sicurezza cibernetica presso AgID per lo sviluppo del Cert della PA e componente del Permanent Stakeholders’ Group di Enisa, Corrado Giustozzi a margine della sessione pomeridiana di ‘PA e outsourcing: profili e responsabilita”, ha dichiarato: “Sicuramente c’è un problema di cultura dell’utilizzo del digitale, della sicurezza dei processi, quindi non soltanto delle tecnologie. Non in tutte le amministrazioni ci sono, per esempio, dei referenti che hanno l’incarico di gestire gli aspetti più importanti a livello di sicurezza dei processi, quindi andrebbe generalizzata questa figura, soprattutto nelle amministrazioni più piccole. Poi c’è una necessità di personale tecnico che abbia però una formazione multidisciplinare perché, per la parte di conservazione, per esempio, bisogna avere una cultura tecnica, ma anche giuridica e archivistica. Servono delle nuove professionalità con un indirizzo multidisciplinare e dovrebbero essere formate perché ce n’è molto bisogno”.

A fronte del grande successo del convegno, ci auguriamo che possano essere sempre più frequenti queste occasioni di confronto che si traducano poi in azioni efficaci per la digitalizzazione del Paese.

RASSEGNA STAMPA

Guarda il video reportage dell’evento realizzato da Agenzia Stampa DIRE

Servizio di ADNKronos: Anorc, digitalizzazione Pa ha bisogno di formazione e alfabetizzazione

Servizio di Affaritaliani: Anorc, digitalizzazione Pa ha bisogno di formazione e alfabetizzazione

PER RIVEDERE L’EVENTO

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