Il Consiglio Nazionale Forense ha presentato in questi giorni al Ministero della Giustizia una richiesta di intervento urgente circa le conseguenze delle nuove regole tecniche per la formazione del documento informatico, contenute nel DPCM 13 novembre 2014, sul Processo Civile Telematico.
Secondo il Consiglio, visto che la normativa del DPCM “impatta anche la normativa del processo telematico introducendo formalismi nella produzione del documento informatico, delle copie informatiche e nella loro attestazione a conformità , che non si coniugano con le esigenze di semplicità , speditezza, agevole comprensibilità , che sarebbero auspicabili nell’ambito del processo”, sarebbe opportuno prevedere in sostanza “adeguati correttivi normativi volti a sancire l’indipendenza della normativa PT dal CAD o, perlomeno, dalle sue regole tecniche, predisponendo un’integrazione della normativa PT che regoli esaustivamente il tema del documento informatico”.
A preoccupare i membri del Consiglio, in particolare, alcuni formalismi, come “l’accompagnamento del documento informatico con un file .xml aggiuntivo riportante alcuni metadati, oppure l’attestazione di conformità delle copie con documento separato che richiede l’estrazione dell’impronta (hash) del documento” , che graveranno d’ora in avanti sui soggetti del processo.
Questa richiesta del CNF solleva numerose perplessità , innanzitutto relative a come possa il Ministero della Giustizia impedire l’applicazione di regole previste come generali da una normativa primaria.
Ma, in ogni caso, sembra evidente che non si sia afferrato correttamente il senso delle regole tecniche e la loro importanza per garantire l’autenticità del documento informatico anche all’interno del PCT.
ANORC valuterà se intervenire istituzionalmente sulla questione presso gli organismi competenti.