Che si tratti di salute, lavoro, consumo o media, nei prossimi anni l’IA cambierà la vita di molte persone, in svariati modi. La Commissione europea intende stabilire delle regole per proteggere la salute, la sicurezza e i diritti fondamentali degli utenti, vietando i sistemi particolarmente pericolosi e stabilendo determinati obblighi da classificare in base al rischio o a codici di condotta volontari.
Segnaliamo pertanto la recente pubblicazione da parte del Centre for European Policy Network (CEP) di uno studio che tratta il tema della regolamentazione a livello europeo dell’Intelligenza Artificiale.
Il Centre for European Policy Network ha analizzato il progetto di legge di Bruxelles (COM (2021) 206) e valuta le proposte in modo prevalentemente positivo sottolineando anche la loro originalità ed in particolare la loro efficacia nel quadro di un confronto di tipo globale. I ricercatori del CEP sono invece più critici nei confronti degli obblighi richiesti ai sistemi di IA che classificano le persone in base all’età, all’origine etnica, alla religione o all’orientamento sessuale.
lnfine, il CEP invita a prescrivere regole più severe per il cosiddetto “social scoring” non solo in confronto alle autorità pubbliche, ma anche per i fornitori privati. Ne è un esempio il caso della Cina, dove sistemi di intelligenza artificiale già premiano i cittadini particolarmente “fedeli” con dei punti, mentre ad altri, in condizioni di demerito, viene impedito di ottenere prestiti a condizioni favorevoli, di partecipare ad eventi culturali o di avanzare socialmente vedendosi detrarre tali punti.
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La versione integrale della pubblicazione (in inglese) è accessibile da questo link