Una dichiarazione d’amore al diritto amministrativo e alla burocrazia “buona”

Max Weber sottolineava la natura intrinsecamente positiva del “potere dell’ufficio” e della burocrazia (etim. boureau kratòs) quale esercizio di funzioni ordinate fondamentali, volte ad assicurare l’esistenza stessa del sistema.
Negativa è, semmai, l’accezione comune percepita che impersonifica il funzionario esule nella torre d’avorio, lontano dalla comunità cui i suoi indirizzi sono volti e che molta letteratura di settore ha descritto.

Per dimostrare che non si tratta di parole vuote di significato, Gianni Penzo Doria e Giorgia Canella intervengono sulle pagine di Filodiritto con un approfondimento in tema di diritto amministrativo.

 

Alcune nozioni elementari

Nozioni elementari di sociologia delle amministrazioni pubbliche o, meglio ancora, di teoria organica del diritto amministrativo, fanno capire che il processo altro non è che il sottile filo rosso che unisce i diversi procedimenti fondanti le diverse strutture dell’organizzazione di un’entità amministrativa, dando così sostanza e organicità all’azione della stessa.

 

Aziendalismo? No, grazie!

C’è poco di aziendalistico, semplicemente occorre la capacità di analizzare l’amministrazione nel suo complesso, quale universitas rerum, sviluppando l’osservazione trasversale, anziché ancorarsi alla logica verticistica, a compartimenti stagni, tipica dell’amministrazione burocratica ancién régime.

 

Gli autori si soffermano sull’analisi di un particolare contesto: quello universitario.

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