La Carta Nazionale dei Servizi (CNS) è un vero “passepartout” nelle nostre mani: ha proprietà analoghe alla carta d’identità elettronica, ma se ci pensiamo è molto più diffusa anche dello SPID, visto che è emessa in associazione alla Tessera Sanitaria (TS-CNS). L’ing. Giovanni Manca, Presidente di ANORC, interviene sulle pagine di Agendadigitale.eu per un confronto tra i principali sistemi di identità digitale ad oggi nelle nostre mani, sulla scia dell’annuncio politico relativo alla volontà di spegnere gradualmente SPID a favore di un’unica identità digitale.
L’evoluzione della carta di identità cartacea
La CIE è l’evoluzione della carta di identità in versione cartacea. Non la caratterizzano solo elementi a stampa: la CIE è dotata di un microchip (contactless) contenente:
- i dati personali, la foto e le impronte del titolare, protetti da meccanismi che ne prevengono la contraffazione. La lettura è gestita in base a regole di protezione dei dati personali (Es. le impronte possono essere lette solo da personale autorizzato di pubblica sicurezza).
- le informazioni per consentire l’autenticazione in rete da parte del cittadino a servizi online erogati da pubbliche amministrazioni e imprese;
- ulteriori dati per servizi a valore aggiunto, in Italia e in Europa.
Le strutture dati interne della CIE sono poi compatibili a quelle del passaporto elettronico (anch’esso dotato di un microchip contactless) al fine dell’utilizzo come documento di viaggio in conformità alle raccomandazioni internazionali ICAO 9303.
La Carta Nazionale dei Servizi: verso un’unica modalità di accesso
In Italia è però la Carta Nazionale dei Servizi (CNS) ad occupare un posto privilegiato per l’accesso ai servizi in rete. Se l’intenzione di spegnere gradualmente SPID a favore di un’unica identità digitale basata sulla Carta di Identità Elettronica (CIE) ha evidenziato anche possibili criticità nell’erogazione dell’accesso ai servizi in rete di un unico ecosistema, forse la soluzione potrebbe essere proprio nella rivalutazione della CNS.
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