SAFER INTERNET DAY: LA SICUREZZA DIGITALE PASSA DA UNA CORRETTA ALFABETIZZAZIONE

Negli ultimi decenni si è assistito alla totale riscrittura del concetto stesso di “sicurezza”, non solo per quel che concerne la salvaguardia fisica e logica del nostro patrimonio informativo e documentale, ma più in generale in riferimento all’ambiente digitale che ci circonda a 360°.

La generazione “X” e prima ancora quella dei millennials, hanno avuto rispettivamente modo di sviluppare un approccio decisamente diverso con internet, elemento onnipresente, liquido amniotico vitale per mezzo del quale filtrare ogni interazione, rassicurante e accessibile in ogni momento, complice la diffusione esponenziale dell’elettronica di consumo.

Tuttavia proprio la semplicità d’uso della maggior parte dei dispositivi, ha verosimilmente alterato la reale capacità di percezione del pericolo derivato dall’ambiente digitale, nel quale siamo immersi.

Non a caso ieri si è assistito alla celebrazione del “Safer Internet Day” (la Giornata mondiale della sicurezza in rete), un evento di risonanza internazionale, organizzato con il supporto della Commissione europea, che coinvolge ben 100 paesi nel mondo. Un’iniziativa importante, in grado di promuovere l’utilizzo consapevole e sicuro di internet e delle nuove tecnologie digitali, in particolar modo da parte dei minori.

Con l’occasione ricordiamo che nel solo 2017, abbiamo assistito all’inanellarsi di una serie di cyberminacce di livello mondiale (wannacry; petya; krack; meltdown e spectre) solo per citarne alcune, senza tralasciare l’urgenza derivata dalla necessità di arginare pericoli cyber-sociali, come il cyberbullismo e l’hate speech.

«Con la diffusione sempre più capillare della rete Internet, la sicurezza informatica è divenuta un elemento cruciale per istituzioni, cittadini e imprese. Il 2017 è stato un anno “insicuro” a causa di una serie di eventi che hanno trovato ampio spazio anche in TV e in prima serata. WannaCry, Petya, KRACK, Meltdown e Spectre hanno messo in luce che tutto quello che poteva succedere è successo e le difese utilizzabili a priori nemmeno esistevano negli ultimi due casi citati! – ha dichiarato l’ing. Giovanni Manca, Presidente di ANORC – Quindi tenere alta l’attenzione è fondamentale ma non basta. Soprattutto se non si crea la consapevolezza che il mondo della rete è diverso dal mondo analogico e investire in sicurezza significa migliorare il proprio servizio, la propria offerta, la propria protezione. L’imminente, piena attuazione (dal 25 maggio 2018) del Regolamento Europeo sulla Privacy può essere l’occasione per prevenire piuttosto che curare la violazione dei dati e tutto quanto è incidente di sicurezza. Altrettanto importante è la navigazione sicura dei più deboli con la prevenzione e la lotta al cyberbullismo e lo scudo contro le fake news che per loro natura sono un pericolo per la vita democratica. L’augurio è che ci sia sempre un maggiore impegno istituzionale, aziendale e sociale sui temi della sicurezza informatica per rendere sicura quella parte sempre più ampia della nostra vita che trascorriamo nel mondo virtuale.»

Proseguendo con le considerazioni in merito al mutamento dello scenario normativo Europeo al quale stiamo assistendo in questi anni, il Safer Internet Day è l’occasione per comprendere l’importanza del passaggio dalla Direttiva 95/46 al Regolamento UE 2016/679, massima espressione della volontà del Legislatore Europeo di assicurare la tutela del diritto fondamentale della protezione dei dati personali, con un quadro normativo più ampio, strutturato, completo e soprattutto, uniforme in tutto il territorio. La realtà è divenuta molto più complessa nel giro di pochi decenni.

«La necessità è quella di promuovere la tutela permanente della privacy degli utenti, garantendo un accesso diffuso a programmi di alfabetizzazione informatica» ha commentato il direttore di ANORC, il dr.Alessandro Selam a proposito della ricorrenza «in questo particolare momento storico l’attenzione deve convergere piuttosto sulla tutela e corretta gestione del dato, in particolare alla luce degli adempimenti derivati dall’imminente esecutività del GDPR. Dopotutto con il recente upgrade della normativa il Legislatore Europeo ha segnato la definitiva inversione di rotta, promuovendo il superamento della dicotomia realtà “reale”/ realtà “digitale” nell’ottica di conciliare un elevato livello di tutela del diritto»

Il percorso da compiere deve essere dunque corredato dagli strumenti e dalle figure necessarie a garantire la piena sicurezza delle persone fisiche, promuovendo un incremento degli investimenti a favore di formazione e cultura, ponendo il digitale come argomento educativo oltre che strumentale.

L’avv. Andrea Lisi, Presidente di ANORC Professioni, al riguardo ha avuto modo di sottolineare come sia «importante sviluppare professionalità a presidio della protezione dei dati. La sicurezza è fatta non solo di hardware e software ma anche e soprattutto di un’organizzazione adeguata a presidio dei trattamenti. E per arrivarci ci vogliono informazione, formazione e costruzione di competenze. Del resto, l’anello più debole della catena della sicurezza sono proprio le persone. Ecco perché la domanda di competenze digitali in questi anni continua ad aumentare, rappresentando la vera sfida per la modernizzazione del Paese e proprio per questo continueremo a sostenere i Professionisti della Digitalizzazione e della Privacy, nel loro percorso di crescita»