“Uomini e Macchine. Protezione dati per un’etica del digitale”

Si è svolta ieri la dodicesima giornata europea per la protezione dei dati personali. Risale infatti al 2007 l’inaugurazione di questa tradizione promossa dal Consiglio d’Europa, in quanto promotore principale della difesa dei diritti umani, aperta al coinvolgimento e alla partecipazione degli organi governativi e parlamentari, nonché delle autorità le cui mansioni insistono nell’ambito della protezione dei dati e della privacy.
La giornata ha avuto l’obiettivo di promuovere la sensibilizzazione nei riguardi dei diritti afferenti alla nostra “second life” quella digitale, mediante attività svolte simultaneamente, a livello europeo al fine di coinvolgere il maggior numero di cittadini possibile, con particolare riguardo per le strutture scolastiche, dove insegnanti e studenti hanno contribuito allo spirito della giornata mediante la realizzazione di progetti didattici.
In Italia l’evento di maggiore risonanza per la celebrazione della ricorrenza è stato il convegno organizzato dal Garante, dal titolo “Uomini e Macchine. Protezione dati per un’etica del digitale”, tenutosi a Roma, nell’aula del Palazzo dei Gruppi Parlamentari, trasmesso in diretta streaming tramite la web tv della Camera dei Deputati.
Il dibattito si è concentrato attorno ad un’interessante analisi del rapporto tra uomo e tecnologia digitale, spaziando tra argomenti estremamente attuali, dagli oggetti “intelligenti” alle tecnologie indossabili, toccando risvolti di tipo etico.
Particolare attenzione è stata rivolta alle diverse forme di verifica e raccolta dei dati, che alimentano oramai il funzionamento di macchine e software, in considerazione dei possibili rischi e lesioni alla libertà individuale derivate dal loro cattivo utilizzo e dalla mancata sicurezza dei sistemi.
Un’iniziativa interessante, da prendere come esempio per una attività di alfabetizzazione verticalizzata da svolgere in ben più di una ricorrenza, magari con cadenza costante, al fine di promuovere la maggiore partecipazione possibile.
Il processo di educazione digitale dovrebbe infatti estendersi non solo ai cittadini, ma anche ai dipendenti e ai dirigenti pubblici, fornendo a questi ultimi i mezzi necessari ad affrontare il tema con consapevolezza in ambito lavorativo, nel tentativo di risolvere finalmente il gap tra tecnologie e PA. Esattamente l’opposto di quello a cui stiamo assistendo. Questo evento ha sicuramente contribuito ad una maggiore presa di coscienza, sebbene molte realtà siano già in ritardo per l’adeguamento al GDPR, la cui esecutività decorrerà dal 25 maggio di quest’anno.