ANORC recede da UNI: gestione corporativistica della Commissione Documentazione e Informazione

ANORC ha comunicato formalmente in questi giorni il suo recesso da UNI, Ente nazionale di normazione (in allegato il testo integrale della lettera di recesso). ANORC ha aderito a UNI – partecipando nello specifico alla Commissione Documentazione e Informazione – con la certezza di poter contribuire fattivamente alle attività di normazione e di poter portare all’interno della Commissione la voce e l’esperienza delle imprese che rappresenta, imprese che si occupano da anni della gestione e conservazione digitale dei documenti e del trattamento elettronico dei dati personali. Purtroppo ci siamo resi conto quasi da subito che nella Commissione non tutti gli attori coinvolti hanno lo stesso peso e lo stesso trattamento, non tutte le istanze vengono ugualmente ascoltate e il regolamento che norma l’attività delle commissioni non è sempre scrupolosamente rispettato.
Nel rapportarci con la citata Commissione abbiamo riscontrato quanto essa sia gestita in modo corporativistico, a tutela degli interessi di una sola categoria professionale, non rispettando, a nostro parere, gli obiettivi di confronto e condivisione che dovrebbero essere alla base dell’attività della stessa. 
La nostra proposta di norma sui “Professionisti della digitalizzazione documentale e della privacy”, che definisce le nuove figure professionali e le competenze necessarie a gestire i processi digitali nelle organizzazioni pubbliche e private, mentre ha suscitato interesse e approvazione da parte di importanti PA centrali (Corte dei Conti, INAIL, CONSOB, INPS, Banca d’Italia, Agenzia Industrie Difesa, MIUR, ACI e Università degli Studi di Roma Unitelma Sapienza) e ha ottenuto riconoscimenti a livello istituzionale (ad esempio, in AgID), venendo utilizzata in diversi Gruppi di lavoro governativi, ha subìto invece nella Commissione UNI una forma di palese ostruzionismo. Tutto questo mentre, di contro, veniva portata avanti speditamente in Commissione una (pessima) normativa sugli archivisti (Norma UNI 11536), da noi criticata apertamente per la sua eccessiva complessità e ampiezza che la rendono, di fatto, inutilizzabile, quindi inutile e dannosa per gli stessi archivisti, dal momento che essa attribuisce loro quasi tutte le mansioni e le responsabilità legate alla gestione digitale di dati e documenti, finanche quelle che richiedono una formazione e una preparazione piuttosto tecnica e multidisciplinare, rendendone di fatto impossibile l’applicazione pratica. Tant’è che ad oggi – a due anni dalla sua pubblicazione – non ci risulta ci siano enti in grado di certificare questo tipo di professionalità e quindi non ci sono archivisti “certificati” con questa norma. A chi serve e che utilità ha quindi questa norma UNI? 
A sostenere la norma sugli archivisti, osteggiando la proposta di ANORC, una parte della Commissione (sorda ai suggerimenti e alle reiterate proposte di confronto) certo non rappresentativa (nonostante le sue pretese) di un intero settore, come quello del mercato della digitalizzazione, ben più ampio e variegato, composto da diverse realtà professionali, che ANORC conosce molto bene.
Uno degli ultimi accadimenti che ci ha motivato a recedere da UNI è stato il nostro mancato coinvolgimento (in barba a quanto previsto dal Regolamento) nella riunione del Gruppo Settoriale che si è tenuta lo scorso 12 maggio per decidere sulla proposta di norma da noi presentata in UNINFO. Non solo non siamo stati né convocati né avvisati di una riunione alla quale era nostro diritto partecipare (in qualità di relatori del progetto di norma in questione e in quanto rappresentanti di numerose realtà che lo hanno sostenuto), ma tuttora, a distanza di due mesi, non è dato ancora sapere, nonostante le nostre insistenti richieste, cosa sia stato deciso in quella sede, né ottenere un verbale dell’incontro. 
Purtroppo alcune professioni continuano ad arroccarsi su posizioni inutilmente difensive, chiuse e anacronistiche, che incredibilmente trovano spazio (e valorizzazione) proprio in Enti, come UNI, che dovrebbero essere imparziali e realmente rappresentativi di tutti gli interessi in gioco. Eravamo convinti che la nostra presenza in UNI avrebbe garantito il dialogo tra chi osteggia la presentazione di nuove figure professionali e chi le sostiene con forza, ma siamo arrivati alla conclusione che la nostra permanenza nella Commissione, viste le procedure utilizzate, è inutile.
“Continueremo ovviamente a portare avanti in altro modo la nostra proposta di norma – che nella sua natura multidisciplinare e interprofessionale è un’opportunità da cogliere anche per gli stessi archivisti – sicuri dei riconoscimenti finora ricevuti dal mercato e dalle istituzioni. La forza del nostro progetto, estremamente utile per gli operatori del settore pubblico e privato che devono affrontare i cambiamenti dettati dall’innovazione, è l’essere stato approntato partendo dalle reali esigenze del mercato e non dal tentativo vano di tutelare una singola categoria” dichiara Andrea Lisi, Segretario generale di ANORC.
“Ci auguriamo che l’esperienza vissuta dalla nostra Associazione all’interno di UNI in generale e nella Commissione Documentazione e informazione, in particolare, non rappresenti in toto il “modello UNI” e che la nostra sia stata semplicemente una pessima esperienza determinata da un caso isolato di mala gestione e di accentramento sfuggito al controllo dell’Ente, perché contrariamente sarebbe davvero grave che fossero questi i principi usuali di funzionamento di un ente di normazione”, afferma Giovanni Manca, Presidente ANORC. 
Per chi voglia ulteriormente approfondire le nostre motivazioni, alleghiamo il testo integrale della lettera di recesso inviata a UNI.
Allegati

documenti/notizie/Recesso_UNI.pdf;Lettera di recesso;