L’avv. Andrea Lisi esprime nuove considerazioni in merito al “pasticcio” creato dalla “traduzione” italiana della Legge Europea, in particolare, per quanto concerne la possibilità, per scopi statistici e di ricerca scientifica, di riutilizzo dei dati personali, anche sensibili, (ad esclusione di quelli genetici), a condizione che siano adottate forme preventive di minimizzazione e di anonimizzazione dei dati ritenute idonee a tutela degli interessati, previa autorizzazione del Garante.
Queste nuove riflessioni aiutano a far luce su scenari che sembrano prefigurarsi piuttosto inquietanti.
Vi invitiamo a leggere la versione integrale delle interviste pubblicate rispettivamente da Repubblica.it e da Motherboard.