Deficit competenze digitali: il 70% della popolazione adulta ha poco “peso sociale”

l 70% della popolazione adulta ha poco “peso sociale”, a causa della mancanza di competenze di base, prima ancora che digitali. Lo rivela il PIAAC (l’Indice delle competenze degli adulti) una larga fetta della popolazione italiana presenta livelli vertiginosamente insufficienti in lettura e scrittura, rispetto alla media europea, con ricadute a 360° sulla sfera relazionale, sociale e anche politica.
Mancano le competenze di base, ma non solo.

A questo dato occorre accostare quanto emerso dall’indice internazionale del livello di competenze digitali, DESI, secondo il quale l’Italia si piazza quartultima fra i Paesi dell’Unione Europea.

Sono questi i risultati presentati in un recente articolo di Milena Gabanelli e Mauro Magatti su DataRoom, incentrato su un’analisi del livello di arretratezza del nostro Paese, a partire dal sistema scolastico e formativo di base, senza tralasciare le carenze in materia di amministrazione digitale, sviluppo delle imprese, occupazione e, più in generale, ripresa economica del Paese.

Emerge chiaramente la necessità di apportare interventi urgenti, per rimuovere degli ostacoli, apparentemente insormontabili, per lo sviluppo della nostra società.

La soluzione c’è

In una parola: competenze. Sia per chi entra a far parte del mondo del lavoro, sia per chi ne è un componente attivo, ma soprattutto per coloro tagliati fuori e appartenenti a quella percentuale del 24,2% di disoccupati tra i 18 e i 29 anni (Indice Istat, I trimestre del 2019).
Occorre intervenire da un lato sulla piena digitalizzazione scolastica, dall’altro sull’elaborazione di un piano nazionale per lo sviluppo delle competenze e delle abilità digitali attraverso strumenti di alta formazione continua, magari prevedendo agevolazioni per le organizzazioni (e i lavoratori) che si muovono in questa direzione.

Il “peso” della formazione

La formazione non deve essere intesa come un peso a carico del lavoratore o dell’azienda o, ancor più, come un plus inaccessibile al disoccupato. Un’appropriata formazione multidisciplinare deve essere considerata un investimento nel lavoro “qualificato”, in grado anche di spingere le imprese ad offrire condizioni più vantaggiose.

Ecco perché ANORC ha pensato ad una soluzione per l’alta formazione, il Mastercourse 2020, un percorso incentrato su gestione, conservazione e protezione dei contenuti digitali, in grado di rispondere al fabbisogno formativo di competenze di Imprese, PA e Professionisti.

Il corso di studi prevede 70 ore di lezione divise in 10 giornate distribuite tra il 18 febbraio e il 2 aprile e punta al perfezionamento di profili professionali ormai essenziali in un contesto di trasformazione settoriale dovuta all’innovazione e, soprattutto, all’introduzione di nuove regole e linee guida. Si tratta dei Manager della Trasformazione Digitale, dei Data Protection Officer (DPO), dei Digital Preservation Officer (DPO), figure sempre piu’ richieste sia nel pubblico che nel privato.

Il calendario della sessione primaverile, che avrà inizio il prossimo 18 febbraio a Roma (quella autunnale è prevista a Milano a ottobre) prevede lo svolgimento di 3 moduli con una formula personalizzabile.

Vi invitiamo a consultare il programma al seguente link.