All’indomani di disastri ambientali, spesso accompagnati da decessi, si parte alla ricerca del “colpevole” di turno, sviscerando tutto quello che si “poteva fare” per prevenire la tragedia. Si veda quanto accaduto a Ischia, con un bilancio provvisorio di 8 morti e 5 feriti e oltre 200 sfollati.
I condoni sicuramente non hanno contribuito negli anni a risolvere i problemi alla base del rapporto tra uomo, suolo e ambiente: anzi, hanno forse contribuito ad aggravare il peso sul nostro territorio, già molto fragile, che necessita di politiche, strategie, interventi “permanenti “e “sistematici” finalizzati ad una manutenzione intelligente.
Il prof. Donato A. Limone, Socio Onorario ANORC, interviene su FormaPolitica.it per spiegare quali sono le condizioni e gli strumenti di base da considerare per affrontare le “fragilità”.
Come affrontare le “fragilità”
Strettamente correlata a questa tragedia è la questione legata alla tutela dell’ambiente, sulla quale il Prof. Limone richiama quanto previsto dalla Legge costituzionale 11 febbraio 2022, n. 1 ha modificato gli articoli 9 e 41 della Costituzione, introducendo un nuovo approccio ad ambiente e territorio, che devono essere considerati come ecosistemi. Da qui consegue l’obbligo (sociale, politico, istituzionale, giuridico, amministrativo, economico e tecnico) di adottare decisioni con un approccio globale, integrato, sistemico, e non “verticale” o parcellizzato.
Ecco perché si (sarebbe dovuto) procedere ad una pianificazione e programmazione territoriale di livello nazionale, regionale, locale attraverso piani regolatori (e non solo i classici piani edilizi che sono adottati fuori da contesti globali e con pochi vincoli).
Nell’immediato, si è ancora in tempo per adottare un unico piano regolatore generale per i 6 comuni dell’Isola.