La pandemia costringe a ‘scoprire’ la centralità e la qualità dei dati – L’approfondimento del prof. Limone

Regioni gialle, arancioni e rosse: per delineare l’attuale divisione delle regioni si è fatto ricorso ad un “modello di parametri”. Da subito ci si è interrogati sulla definizione di tale modello e dunque sulla  presunta “oggettività” dei dati emersi dalla valutazione. Come devono essere formati, gestiti, diffusi, e conservati? Ci sono requisiti e regole tecniche da rispettare per assicurarne la “qualità”?

LEGGI QUI  le considerazioni dell’avv. Andrea Lisi, Presidente di ANORC Professioni.

 

Pandemia e centralità dei dati

Nel settore pubblico i dati, i documenti amministrativi e le informazioni costituiscono un sistema “informativo” basilare e centrale, in grado cioè di guidare le decisioni intraprese a tutela di persone, cittadini e imprese. Questo assioma vale ancora di più oggi, come sottolinea il Prof. Donato A. Limone, nel suo ultimo intervento sulle pagine di Key4Biz.it.

 

Come siamo messi oggi nel settore pubblico?

Manca una cultura della qualità dei dati, dei documenti, delle informazioni: siamo lontani dall’assioma sopra riportato (qualità dei dati significa qualità dell’azione decisionale ed amministrativa).
In situazioni di crisi pandemica, di terremoti o di alluvioni il Paese e le comunità locali si accorgono di agire senza “regole” o con regole non idonee. La regola delle regole è che i dati devono essere di qualità e prima di ogni cosa i dati pubblici devono essere digitali.

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