L’ aggiornamento del Regolamento EU 910/2014 eIDAS, rischia di impedire alle startup e in generale alle PMI nazionali di partecipare al mercato dei servizi fiduciari comunitari, ma anche di gettare nel caos il settore della conservazione dei documenti informatici della pubblica amministrazione. La nostra Associazione ha lanciato l’allarme insieme ad ASSINTEL (Associazione nazionale imprese ICT), recapitando al premier Mario Draghi, al ministro dell’Innovazione tecnologica Vittorio Colao e al Dg di Agid Francesco Paorici una lettera congiunta.
“Sono indispensabili regole definite, chiare e allineate a quelle degli altri Stati membri – dichiara l’Ing. Giovanni Manca, Presidente di ANORC – all’origine del problema, infatti, c’è un vuoto normativo: in Italia, si sarebbe dovuto emanare un decreto che avrebbe consentito di individuare i requisiti di onorabilità, tecnologici e organizzativi delle società operanti nel settore in attuazione dell’articolo 29, comma 2, del decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82 Codice dell’amministrazione digitale (CAD). Ciò non è ancora avvenuto favorendo un disallineamento, ad esempio, della soglia di capitale che le società devono avere in Italia, rispetto all’Europa, per fornire servizi fiduciari”.
“Ancora una volta emerge che il Digitale – più di qualunque altro settore – necessita di un approccio politico e normativo più coerente e strategico, strettamente connesso con quello europeo – commenta Paola Generali, Presidente di ASSINTEL – che attraverso la sua sezione Assoconservatori Accreditati presidia da anni il tema. “Non si tratta di cavilli, purtroppo: in gioco c’è un mercato importante che potrebbe essere precluso a gran parte delle PMI; ma andando oltre c’è la garanzia della concorrenza e trasparenza del Mercato e la valorizzazione del Made in Italy digitale”
“Fino all’emanazione del Decreto– spiega l’Avv. Luigi Foglia, segretario generale ANORC– AgID sarebbe tenuta ad applicare le previgenti regole che ormai risultano disallineate o addirittura in contrasto con quanto previsto dal Regolamento eIDAS. Ad esempio, sulla base delle precedenti norme, il TSP richiedente qualifica dovrebbe oggi possedere un capitale sociale minimo di 10 milioni di euro, laddove il requisito del “capitale sociale minimo” non è previsto dal Regolamento eIDAS e non risulterebbe comunque idoneo a garantire la solidità finanziaria del prestatore.
Oggi queste regole sono rese ancora più urgenti dal fatto che nel nuovo Regolamento tra i servizi fiduciari è stato inserito quello di ‘Archiving’. “Riteniamo fondamentale – afferma il Dott. Alessandro Selam, direttore di ANORC– che il nostro Governo intervenga per la definizione dei requisiti di onorabilità, affidabilità, tecnologici e organizzativi richiesti per la fornitura di servizi fiduciari, dimostrando così attenzione verso il posizionamento delle nostre imprese innovative nel mercato europeo e non solo“.
[Comunicato a cura di Agenzia Stampa DiRE]