Per la seconda puntata di “Vita da Privacyista” la rubrica curata dall’Avv. Luca Bolognini, l’Avv Andrea Lisi, Presidente di ANORC Professioni, risponde a 20 domande fuori dagli schemi sui temi della protezione dei dati e non solo.
La rubrica è un prodotto di Istitituto Italiano per la privacy e la valorizzazione dei dati e raccoglie “le confessioni” dei migliori esperti di privacy e diritto dei dati in Italia e all’estero.
L.: I consulenti, i DPO e i privacy officer stanno diventando decine di migliaia. Un male o un bene?
A.: Io non voglio pensare che sia un male, se dietro c’è studio reale e passione per la materia e non la ricerca di “facili guadagni” (che poi, facili non sono). Dipende sempre da come si affronta la materia. Ovvio che se torneremo alla “svendita della privacy” come accaduto ai tempi del DPS (Documento Programmatico della Sicurezza), allora ciò non potrebbe che preoccuparmi…altrimenti ben vengano tanti appassionati alla materia. I problemi sono così tanti e variegati che il diritto dei dati ormai è IL diritto, come amo ripetere da tempo.
L.: I dati personali sono monete?
A.: L’importante è che non siano bitcoin! A parte la pessima battuta, il rischio è soprattutto questo, di avere una percezione non completa e reale del problema. Occorre avere una piena consapevolezza del valore effettivo della nostra esistenza digitale, solo in questo caso si può pensare a una valutabilità economica dei nostri dati personali. Non è percorso per nulla ovvio.
L.: Quando leggi notizie di dure sanzioni alle imprese, esulti o ti preoccupi?
A.: Nessuna delle due. Rifletto sul fatto che ancora in Italia non ci sia una effettiva e generalizzata (a livello sia pubblico e sia privato) “cultura della privacy” e purtroppo, nel nostro Paese, diciamocelo con schiettezza, c’è ancora bisogno delle sanzioni per “raddrizzare la situazione”.
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