Professionisti della digitalizzazione, il futuro dell’innovazione

Per realizzare “il sogno del PNRR” serve capire cosa fa un professionista della digitalizzazione e soprattutto come acquisisce le competenze per dichiararsi tale.
Perché da una parte ci sono le abbondanti risorse economiche per accelerare la transizione digitale, dall’altra i maggiori poteri di vigilanza sugli adempimenti alle regole e di sanzione che gli istituti incaricati, come l’Agenzia per l’Italia Digitale, avranno.

Le redini dell’innovazione

Mettere al centro le figure dei professionisti della digitalizzazione, coloro i quali avranno le redini dell’innovazione di aziende pubbliche e private: questo è stato il fulcro del talk al quale hanno preso parte tre docenti del Master Unitelma “Professionisti della digitalizzazione e della privacy”, trasmesso in streaming oggi sulla piattaforma DIG.eat. Gli avvocati Andrea Lisi e Sarah Ungaro, rispettivamente Presidente e Vicepresidente di ANORC Professioni ed esperti in diritto dell’informatica, e il Dott. Gianni Penzo Doria, Socio Onorario ANORC e Direttore dell’Archivio di Stato di Venezia, hanno offerto una panoramica sulle ultime novità in tema di attuazione del PNRR addentrandosi nel mondo dei chief digital officer, dei digital preservation officer, dei data protection officer, “figure – ha spiegato Lisi – che non sono facilmente reperibili. Ruoli che vanno sviluppati all’interno di corsi di formazione specifici“, e su cui, come ha spiegato Sarah Ungaro, è in atto una valorizzazione che rafforza quanto stabilito già nel CAD, che ha il fine di rafforzare la capacità amministrativa delle PA. Ciò è evidente, secondo Ungaro, se si guarda al decreto-legge 77/2021 incentrato sulla governance del PNRR che istituisce una segreteria tecnica con poteri straordinari a supporto della cabina di regia ministeriale, “un elemento– ha detto Ungaro- che dice molto sulla forte volontà di portare a termine questi progetti di trasformazione digitale“.

Ma chi sono veramente gli archivisti, gli esperti di privacy, di conservazione e protezione dei dati? “Non certo degli ‘ibernatori’ di documenti – ha spiegato Penzo Doria – ma professionisti dell’era digitale capaci, oltre che ad archiviare in maniera affidabile e rendere disponibili i documenti, e a svolgere una miriade di compiti che aiutano a tutti gli effetti i cittadini ad ottenere risultati“. Tali professionisti necessitano, secondo i relatori, di una formazione multidisciplinare. “Serve ampliare in modo trasversale le proprie competenze – ha dichiarato Ungaro- per qualificarsi in modo utile per il supporto alla transizione digitale delle PA“.

C’è bisogno di formazione – ha detto Lisi- poi bisogna avere anche dei bravi manager della transizione digitale che riescano a motivare, su questo ci sarebbe da costruire delle professionalità nuove”. Per Penzo Doria “leve principali della trasformazione sono la formazione e la sensibilizzazione, e su questo c’è molto lavoro da fare. Io- ha concluso– non sono pessimista. Ci sono segnali di cambiamento che arrivano dalle nuove generazioni e ci sono tanti bravissimi giovani archivisti“.

[Notiziario di Agenzia di Stampa DiRE]

I professionisti della digitalizzazione documentale e della privacy

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