ANORC e ANORC Professioni fotografano lo stato dell’arte della digitalizzazione nelle PA

Vi riportiamo il testo integrale della nostra analisi ospitata sulle pagine di Pubblica Amministrazione 24 de Il Sole 24 Ore.

Il triste stato della digitalizzazione italiana, che ANORC denuncia da tempo, è stato ulteriormente sottolineato in questi giorni dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sulla digitalizzazione delle pubbliche amministrazioni, presieduta dall’on. Paolo Coppola.

ANORC e ANORC Professioni hanno da parte loro contribuito attivamente ai lavori della Commissione consegnando un documento di sintesi con i dati emersi dalla prima fase dell’attività del Gruppo di lavoro associativo sulla Governance, al quale hanno aderito numerose PA centrali*, nato con l’obiettivo di individuare modelli di governance e competenze utili alla gestione digitale di documenti e informazioni nella PA.

La rilevazione condotta da ANORC e ANORC Professioni nasce dall’esigenza di conoscere e comprendere quale sia il reale stato dell’arte legato agli aspetti dell’innovazione digitale del settore pubblico nel 2016.

Il campione d’indagine è stato selezionato per consentire la rappresentatività di numerosi ambiti dell’Amministrazione Pubblica, dalla ricerca alla vigilanza del sistema bancario, dall’istruzione allo sviluppo economico, dalla previdenza al conio.

Un totale di 17 Enti pubblici nazionali, con caratteristiche eterogenee, hanno preso parte alla rilevazione.

È stato somministrato ai referenti delle pubbliche amministrazioni centrali coinvolte un questionario auto compilato costituito da 8 semplici quesiti con prevalenza di risposte chiuse.

I dati emersi evidenziano come la nomina di figure professionali, quali il Responsabile della Conservazione, il Responsabile della gestione documentale e il Responsabile del trattamento dei dati, sia stata effettuata unicamente dal 35% dei soggetti intervistati.

Un altro dato importante emerso dal sondaggio è stato che il 77% delle figure professionali presenti nell’organico delle strutture si dividono tra ingegneri e informatici, penalizzando la componente giuridica e archivistica.

La nomina del Chief Digital Officer (CDO), figura corrispondente al Responsabile della transizione digitale previsto dall’articolo 17 del Cad (Codice dell’amministrazione digitale), è stata portata a termine solo dal 27% degli enti pubblici esaminati, mentre il 55% degli stessi ha optato per l’inserimento di un team di esperti sostitutivo.

Le conclusioni emerse dall’analisi dei dati dimostrano che, a distanza di anni dai primi passi mossi verso l’obiettivo di una piena digitalizzazione, le pubbliche amministrazioni centrali sono ancora in cammino lungo una strada apparentemente difficile da percorrere. È necessaria l’elaborazione di profili di riferimento per le figure responsabili da collocare entro la gerarchia dei ruoli nell’ambito di un rinnovato modello di governance, che preveda in particolare la nomina di un CDO, coordinato da un team di esperti verticalizzati.

La Commissione parlamentare di inchiesta sul livello di digitalizzazione e innovazione delle pubbliche amministrazioni, guidata dall’on. Coppola, alla luce delle nostre analisi sta facendo ulteriore chiarezza sulle numerose irregolarità legislative che affliggono i principali enti pubblici italiani, irregolarità ignorate dai più e che perdurano da tempo, ma che sono finora rimaste impunite, senza che nessuno imponesse ai trasgressori l’applicazione delle leggi approvate dallo Stato.

Come la Commissione ha sottolineato, nessuno tra Ministeri, Regioni ed enti locali interpellati si è ancora dotato di un Responsabile per la transizione digitale, così come richiederebbe la nuova normativa del Codice dell’Amministrazione Digitale al comma 1 ter dell’art. 17.

Anche l’on. Mara Mucci, vicepresidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, è intervenuta sulla questione, denunciando tramite le proprie pagine Facebook come: “il Ministero dei Trasporti, dal canto suo, non si sia dotato ancora di un Responsabile per la transizione digitale né abbia provveduto a nominare il difensore civico, figura di garanzia a tutela del cittadino prevista anch’essa dall’articolo 17 del Codice dell’amministrazione digitale”.

È inutile negarlo: il digitale sembra interessare poco sia ai dirigenti, che alla politica e ai media. Questo mix di disinteresse è la causa principale di un mancato cambiamento digitale del Paese, troppo spesso invocato ma mai attuato realmente.

Le leggi ci sono, basterebbe attuarle, come ha ribadito di recente l’Avv. Andrea Lisi – Presidente di ANORC Professioni.

Anorc e Anorc professioni continueranno a portare avanti il Gruppo di Lavoro delle PA Centrali con l’intento di condividere un modello di governance attuabile, valido a supportare e strutturare concretamente l’amministrazione digitale italiana.

Grazie alla lungimiranza dei partecipanti del Gruppo di Lavoro è stata condivisa l’idea della progettazione di un “metamodello” comune a tutte le PP.AA. italiane, da intendersi quale infrastruttura logica e funzionale, costituita da norme, modelli, regole tecniche e alla cui base si collocano le tecnologie dell’informazione e della comunicazione, in continua evoluzione.

 

*INAIL, INFN, INPS, MEF, ENEA, MIUR, Corte dei Conti, Consob, Banca d’Italia, Agenzia Industrie Difesa, ACI, Sogei, Istituto Poligrafico Zecca dello Stato, Unitelma Sapienza, MISE, Ministero del Lavoro, Consiglio Nazionale della Ricerca, Regione Valle d’Aosta, INDIRE, Informatica Trentina Spa, A.R.I.T., Arpa Lombardia, Società Informatica Territoriale Srl

Allegati

documenti/notizie/RILEVAZIONE_DEI_DATI_SULLA_GOVERNANCE_DELLE_PUBBLICHE_AMMINISTRAZIONI_1.pdf;RILEVAZIONE DEI DATI SULLA GOVERNANCE DELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI;