Comunicato Stampa del 20 luglio 2010
Dig-Eat, Forum della Dematerializzazione
Anorc si dichiara soddisfatta per aver portato sul palco,
davanti ai tanti operatori del mercato presenti ad ascoltare,
i referenti istituzionali che stanno dando forma alla discussa normativa.
Obiettivo dell’associazione è sostenere i reali interessi del Paese,
alla ricerca di certezze ed efficienza dietro ai processi (necessari) di digitalizzazione documentale.
Il Forum della Dematerializzazione (Dig-Eat), organizzato di Anorc – Associazione Nazionale per Operatori e Responsabili della Conservazione Digitale – lo scorso 16 luglio a Roma, è stato un evento di grande rilievo nazionale. A confronto, in un susseguirsi di tavole rotonde sui temi più scottanti e dibattuti che stanno accompagnando la digitalizzazione del Paese, i referenti istituzionali incaricati di redigere il nuovo Codice dell’Amministrazione Digitale (CAD) – il Prof. Fabio Pistella Presidente del Digit-PA (ex Cnipa) e il magistrato Fausto Basile, Vice Capo Ufficio legislativo Ministro per
E’ stato il Presidente del Digit-PA ad aprire l’incontro di aggiornamento. In prima linea nella recente riedizione del Codice dell’Amministrazione Digitale, il Prof. Pistella ha spiegato quali sono state le leve delle recenti modifiche non ancora approvate in via definitiva. “Nel rimettere mano ad una normativa tanto delicata abbiamo cercato di alleggerire tutti quei vincoli che la rendevano una norma a catenaccio, lasciando spazio a dati certi di applicazione e facendo perno su meccanismi di incentivazione e disincentivazione. C’è stato un profondo ripensamento – ha dichiarato Pistella – alla base del quale è stata spostata l’attenzione dal documento come prodotto al processo documentale. Il nuovo CAD non è un punto di arrivo, si prevedono dei momenti di sperimentazione per analizzare le aree di incertezza e trovare un punto di equilibrio“.
L’intervento a seguire del magistrato Fausto Basile ha sottolineato come l’approvazione delle modifiche al CAD in prima lettura dal consiglio dei Ministri, abbia ora trovato alcuni freni da parte dei ministeri interrogati per la paura che la sua applicazione non sia sostenibile dal punto di vista organizzativo. “Contributi importanti stanno arrivando da più parti ha commentato il magistrato-, le stesse proposte fornite da Anorc hanno contribuito a riorientare la normativa che l’Onorevole Brunetta vorrebbe subito approvata, ma che richiede un’attenta revisione per fornire regole certe e accompagnare il passaggio dalla carta al digitale evitando il rischio di far convivere il vecchio sistema con quello nuovo“.
Si dichiara soddisfatto l’avv. Andrea Lisi per queste importanti partecipazioni alla tavola rotonda. “Se vogliamo che il processo di dematerializzazione diventi uno degli Asset di una Pubblica Amministrazione moderna ha dichiarato il Presidente di Anorc – è importante superare questa delicata e complessa fase di aggiornamento del CAD, e delle recenti normative su PEC e Albo Pretorio On Line”.
Nel pomeriggio sono state affrontate le tematiche più tecnico operative su interoperabilità di Firma Digitale, Marca Temporale e Formati di Conversione, l’attuale panorama che si presenta per i documenti Fiscali, Bancari e Assicurativi, e le nuove disposizioni in tema di dematerializzazione nella Sanità . Sul palco contributi autorevoli grazie agli interventi di Andrea Caccia (AITI – Assoociazione Italiana Tesorieri d’Impresa), Giovanni Manca (Esperto Normativa Conservazione Digitale), Massimo Maronati (Giunta Esecutiva Anorc), Giorgio Confente (Avv. Consulente Tributario), Dario D’Urso ( Advisory Board Anorc), Luca Christian Natali, (Funzionario giuridico-amministrativo Dipartimento Comunicazioni e Reti Telematiche – Garante Privacy), Franco Cardin ( Dirigente Ulss di Padova), Enrico Barboglio (Segretario Generale Anorc).
Attraverso questo importante incontro, a cui hanno partecipato in tanti tra operatori del mercato e utenti finali che operano nel mondo della gestione elettronica delle informazioni, Anorc ha sottolineato la volontà di “orientare” la normativa a quelli che sono i reali interessi del Paese, in modo da dare certezza ed efficienza a questi processi (necessari) di digitalizzazione documentale.