Il DIG.Eat 2018 si trasforma in un “Atrium” dedicato al digitale, con l’obiettivo di “sottoporre a processo” il livello di compliance del nostro Paese, in vista dell’imminente adeguamento al GDPR (General Data Protection Regulation – Regolamento 679/2016) nonché a seguito delle novità introdotte dell’ultima modifica del Codice dell’Amministrazione Digitale.
Uno dei “processi” previsti dal format del DIG.Eat 2018 riguarda proprio il GDPR (General Data Protection Regulation) e verrà affrontato grazie alla presentazione del case study di SIAV, dal titolo “L’applicazione del GDPR alle PA centrali”, in programma nella prima parte della giornata processuale nell’Atrium (dalle 9:45 alle 10.30). Il Business Consultant Specialist Area PA di SIAV, Roberto D’Ippolito, ci fornisce qualche anticipazione, esprimendo la sua posizione riguardo al percorso di compliance della PA italiana in rapporto al resto d’Europa.
Di cosa parlerete al DIG.Eat 2018?
Abbiamo deciso di presentare l’esperienza di Banca d’Italia, che dal 2009 ha in esercizio una piattaforma di Enterprise Information Management di SIAV, con la quale gestisce processi e procedimenti amministrativi, ed ha ottenuto un livello di dematerializzazione dei processi estremamente alto, uno dei più significativi in Italia (90% di dematerializzazione della corrispondenza). Il progetto, denominato “CAD”, ha consentito la realizzazione di importanti cambiamenti organizzativi interni, ed è stato reso possibile perché Banca d’Italia ha deciso di approcciarsi alla gestione digitale in un certo modo.
Rispetto al resto d’Europa, come sta procedendo il percorso di compliance in Italia?
La nostra prospettiva è ottimistica. SIAV ha avviato il proprio percorso di compliance da tempo: già 28 anni fa, con la legge 241 del ’90 sul procedimento amministrativo, si presupponeva che la PA fosse organizzata in un certo modo. L’Europa ci ha guardato sempre con attenzione da questo punto di vista, anche perché l’Italia è un paese che storicamente vanta un patrimonio documentale significativo, quindi sulla conservazione ha dimostrato di possedere sempre un certo grado di consapevolezza. Il rapporto con il continente è buono, siamo stati dei precursori e tutto sommato si continua ad essere in una posizione privilegiata.
Quest’edizione del DIG.Eat si intitola “Tutti compliant?… Tutti compliant fino a prova contraria”: in che modo SIAV è compliant?
Troppo spesso in Italia l’approccio alla compliance è (erroneamente) percepito come l’adempimento passivo a una serie di principi stabiliti dalle leggi. Il GDPR prevede invece un approccio rivoluzionario, riservando grande importanza all’aspetto documentale: essere compliant non significa fare copia e incolla, ma far qualcosa di diverso, avere un approccio multidisciplinare ai processi strutturato in maniera seria, caratterizzato da una natura prevalentemente organizzativa e archivistica, riservando alla tecnologia un’importanza secondaria. Chi ha avuto modo di sperimentare un approccio di questo genere ha già messo in campo soluzioni metodologiche e tecnologiche rivoluzionarie e in sostanza, non deve temere nulla: la compliance “verrà naturale”.
Vi aspettiamo il 10 maggio a Roma, presso il Centro Congressi Piazza di Spagna, via Alibert, 5/A. Potete consultare il programma ufficiale dell’Atrium del DIG.Eat XI al seguente link. Iscriversi è gratuito, come ogni anno: è sufficiente compilare l’apposito form di iscrizione.
Per informazioni, consultate le FAQ disponibili al sito ufficiale del nostro evento.