“…la transizione digitale è un’occasione unica di crescita, occupazione, e innovazione, di preservazione sostenibile del territorio e della natura e anche di diffusione e più largo accesso all’arte e alla cultura. L’Italia deve cogliere questa opportunità senza esitazioni.” queste sono le parole del ministro dell’innovazione Colao.
La transizione digitale sembra ormai essere una staffetta, a incarnare le tappe i vari governi che si sono susseguiti. L’ing. Giovanni Manca interviene sulle pagine di Agendadigitale.eu sul discorso del ministro: semplice, logico e soprattutto incentrato sulla reale situazione italiana ferma ancora alla partenza(?).
2026: il nuovo traguardo
Il ministro Colao sembra voler porre fine a questa infinita corsa tra lepre, il veloce avanzare della tecnologia, e tartaruga, i lenti cambiamenti apportati. Così il ministro si rivolge ai giovani considerandoli “i miei datori di lavoro”.
I punti essenziali per lo sviluppo diventano:
- Connettività territoriale con ammodernamento e evoluzione delle infrastrutture digitali, connessioni a banda larga diffuse capillarmente.
- Transizione digitale del Paese basato sul cloud computing.
- Circolarità e fruizione globale dei dati della pubblica amministrazione.
- Digitalizzazione inclusiva per i cittadini e le imprese con una forte attenzione al superamento del divario digitale.
- Sicurezza cibernetica. La presenza in rete sempre più elevata con la circolarità e fruizione globale dei dati della pubblica amministrazione richiede elevati livelli di sicurezza cibernetica.
- Attenzione alle persone. La transizione digitale si fa per le persone e con le persone. “…perché nessuna transizione – di nessun tipo – funziona se non si parte dalle persone e dall’investimento nelle competenze, di tutti e dei giovani in particolare”.
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