Il Garante si è espresso in maniera categorica e risolutiva. E non ha tardato ad intervenire, rispondendo anche all’accorato appello rivolto dal Presidente di ANORC Professioni – apparso appena un paio di giorni fa su LinkedIN– dove rilevava la gravità della situazione emersa a seguito dell’operazione intrapresa da WhatsApp nei riguardi degli utenti.
Prendere o lasciare
I fatti sono al centro del dibattito di questi ultimi giorni: la più nota tra le app di messagistica, appartenente alla famiglia di Facebook, ha avvertito i propri utenti di alcuni aggiornamenti che interesseranno sia le condizioni d’uso del servizio sia l’informativa sul trattamento dei dati personali, in particolare riguardo alla condivisione con altre società del gruppo. E chi non li accetta, dall’8 febbraio non potrà più usare l’app.
L’intervento del Garante nazionale
Dalla lettura dei termini di servizio e dalla nuova informativa pare non sia però possibile, per gli utenti, evincere con precisione e completezza quali siano le modifiche introdotte, né comprendere chiaramente quali trattamenti di dati saranno in concreto effettuati dal servizio di messaggistica. Pertanto, il Garante italiano ha ritenuto di coinvolgere opportunamente le Authority Europee per intervenire.
I problemi emersi nel corso dell’indagine sono al centro nell’ultimo intervento dell’Avv. Andrea Lisi su Agendadigitale.eu
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