Il sistema delle identità digitali italiane ha fatto numerosi progressi nel tempo. Basti pensare che SPID e CIE nel solo 2020 hanno compiuto importanti passi avanti, a beneficio dei cittadini, se contano all’incirca 18 milioni. Lo stesso possiamo pensare dell’ambito delle imprese, i cui servizi SPID e CIE offrono l’importante vantaggio di assicurare un’identità certa, sicura e garantita. il vantaggio si riscontra nel poter conoscere con certezza chi è la persona che si rivolge a un’impresa per acquistare o offrire servizio.
Tuttavia, ancora oggi, le imprese sono restie ad adottare i sistemi SPID e CIE. Non sono bastati neanche gli ingenti investimenti dello Stato, sorge spontaneo quindi chiedersi cosa serva per invogliarle a questa adozione. Ci sono cinque elementi che potrebbero convincere le imprese ad adottare SPID e CIE e i progressi verso questa direzione sono quasi tangibili.
Di seguito, una sintesi di quanto detto durante il convegno centrale della campagna di comunicazione #ClubTI4SPID su SPID e CIE per le imprese.
Aggregatori di servizi privati SPID e CIE
Si tratta di operatori essenziali per creare un mercato dei servizi informatici di integrazione con SPID e CIE.; in particolare per SPID il risultato è quasi raggiunto, poiché dopo il parere positivo del Garante per la protezione dati personali verranno redatte delle linee guida indirizzate a tutte le imprese che l’adotteranno.
Al contrario, una PA o un’impresa che adotti CIE può già contare su di un partner tecnologico e dal 2 marzo 2021 è disponibile uno strumento che faciliti tale acquisizione da parte delle imprese: “onboarding automatizzato” e semplifichi l’ingresso del nuovo erogatore di servizi, anche privato.
Firme con SPID e CIE
In occasione del convegno sono stati numerosi gli spunti di riflessione presentati da diversi attori. Assolombarda ha ribadito due concetti fondamentali, tra cui l’importanza delle firme per le imprese, le difficoltà operative derivanti dall’uso del profilo SPID della persona con il potere di firmare per l’impresa. Assolombarda invita l’adozione diffusa di profili SPID per uso professionale.
ANORC, (Associazione nazionale operatori e responsabili della custodia dei contenuti digitali), invece, segnala l’opportunità di andare oltre la firma nativa SPID al fine di diffondere processi semplici di firma attraverso SPID. L’associazione ribadisce che utilizzare SPID e CIE per firmare o per concludere transazioni offrirebbe vantaggi importanti, i quali non si hanno, invece, se si usano firme che non assicurano alcun tipo di garanzia.
AgID prevede la diffusione della firma ex art. 20 del CAD entro il 2021. Infocert continuerà invece a sviluppare e promuovere nuove firme. Infine, IPZS sta lavorando alla possibilità di usare CIE per identificare una persona fisica e il suo ruolo rispetto a una persona giuridica.
Gli spunti fin qui sintetizzati dimostrano la necessità di semplificare l’offerta e di renderla più rilevante per la domanda. Lo scopo è definire criteri per le nuove proposte all’interno del mercato rispettando la tutela dei cittadini e la trasparenza.
Gestori di attributi qualificati
Gli Attribute Autority daranno la possibilità di verificare se il cittadino che si avvale di un servizio digitale abbia veramente le caratteristiche che dica di possedere., allo scopo di semplificare e rendere più sicuri i processi digitali.
Esaminando la posizione dei CAF e i diversi tipi di professionisti, che assistono i cittadini e le imprese negli adempimenti tributari e regolamentari, sorge la spinosa questione delle deleghe sull’agire per conto di un cittadino bisognoso di assistenza, c.d. “gestione dei soggetti delegati e degli amministratori di sostegno o tutori”. A tal proposito, si distinguono due tipologie di deleghe: la delega di un amministratore di sostegno, tutore per una persona fragile e la delega o assistenza nell’attività digitale con SPID e CIE per un cittadino pienamente capace, ma poco abile nel mondo digitale.
In quest’ultimo caso, AgID sostiene che permetterà la designazione di un delegato e al delegato darà la possibilità di agire in nome e per conto del delegante (sempre previa dimostrazione della validità della delega). Attraverso tale delega si modernizzerà ampiamente il sistema delle identità digitali italiane.
Basti pensare che ancora oggi molti Istituti Bancari impongono agli amministratori di sostegno il poter agire di persona in filiale, senza garantire minimamente l’accesso ai servizi bancari digitali dei deleganti. Invece, per i gestori di attributi qualificati in senso più generale sono già disponibili delle linee guida, le quali, prima di essere sottoposte alla revisione e alla approvazione definitiva devono essere precedute da una decisione strategica sulla scelta del modello da seguire. La decisione strategica è prevista “entro un paio di mesi”, quindi indicativamente entro maggio 2021. Dunque, a maggio 2021 dovrebbe essere possibile almeno valutare in quanto tempo si potranno avere i gestori di attributi qualificati e come questi ‘ultimi saranno gestiti.
eID: Identità europee a standard eIDAS
Oggi, i residenti dell’Unione europea che possiedano un qualsiasi eID europeo (l’equivalente dello SPID e CIE italiano) possono avere accesso ai servizi digitali delle PA italiane. AgID ha affermato che i sistemi di accesso dall’estero ai servizi SPID oggi esistenti sono riservati alle PA, per realizzare l’accesso dall’Unione ai servizi italiani si deve attendere la nuova versione di eIDAS (la Commissione europea prevede il suo completamento entro la primavera).
Bisogna tenere in conto, però, che i primi effetti di questa novità si vedranno non prima di due o tre anni. La Direzione Generale della Commissione europea per le reti di comunicazione (DG Connect) statuisce che le identità digitali eID sono create in modo che ne possano usufruire cittadini ed imprese. L’obiettivo è quello di incentivare l’uso delle identità digitale eID per le imprese. I governi nazionali avranno sempre la funzione di guardiani dei dati, come avviene oggi in Italia con SPID e CIE
Questa prospettiva prefigura l’introduzione nel nuovo eIDAS di meccanismi di Self-Sovereign Identity capaci di offrire a ciascuno di noi in maniera semplice un buon livello di controllo sulle informazioni condivise con i diversi erogatori di servizi.
Open Data sull’uso di CNS, SPID e CIE
Le informazioni e i dati su quanto e su come i cittadini utilizzano i servizi digitali disponibili sono fondamentali per conoscere le loro esigenze e i loro bisogni. Per questo AgID prevede, per ciò che concerne il sistema SPID, di presentare tutte queste informazioni ai gestori delle identità e dei servizi, in modo da fornire delle linee guida che saranno, presto rese pubbliche. Le linee guida renderanno accessibili i dettagli (in forma anonimizzata) dei singoli accessi a ciascun servizio pubblico, con anche l’indicazione dell’orario in cui è stato effettuato il login.
Invece, per CIE, si sta lavorando per rendere disponibili i dati sull’uso in modalità open data.
Grazie al contributo di ABI Lab si è potuto approfondire il ruolo e gli obiettivi delle banche italiane nell’ambito dello sviluppo e della predisposizione delle identità digitai nazionali. Le banche, infatti, sono state e sono tutt’ora molto importanti per lo sviluppo degli eID nazionali. Si consideri l’esempio di paesi come Svezia, Norvegia, Finlandia, le cui banche gestiscono le principali eID (denominate, non a caso, BankID). Anche in Italia il progetto iniziale prevedeva che alcuni Istituti bancari diventassero IdP, ma poi le stesse hanno scelto di continuare a gestire le identità digitali in maniera autonoma e separata rispetto al sistema SPID. Un’occasione sicuramente persa dal momento che esistono ormai tantissimi profili digitali attivi e il numero di questi ultimi è in costante aumento. Questa mancanza, ha, inevitabilmente, inficiato in maniera negativa soprattutto durante l’emergenza dovuta al Covid-19. In cui gli strumenti digitali potevano far da padrone.
Infine si può constatare come attualmente gli Istituti bancari siano molto interessati ad adottare SPID, soprattutto per l’onboarding; alcuni riflettono sulla proposta di SPID tra i servizi extra bancari, è necessario che si adottino delle disposizioni sul punto, allo scopo di emulare i modelli esemplari dei paesi del nord Europa. Si può ravvisare un maggior interesse odierno degli Istituti Bancari rispetto al passato.
Conclusioni
Appare evidente che proprio il tempo di attesa per l’adozione di SPID e CIE da parte delle imprese sia ormai agli sgoccioli, dal momento che ci sono delle azioni che molte imprese possono adottare fin da adesso e che sono sicuramente utili a creare una evoluzione nell’ambito delle identità digitali nazionali. Cercano di accelerare questo processo le associazioni di imprese, le quali chiedono di collaborare con il regolatore per dare voce alle esigenze da sempre ritenute secondarie.; tuttavia, non si registra la stessa disponibilità da parte del regolatore stesso.
È certo, però, che il 2021 sarà l’anno dell’adozione in massa di SPID e CIE da parte delle imprese.